LA CASTAGNA CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA LIGURIA.
La castagna è stata, per molti anni, il pane dei poveri.
Ma che cosa è la castagna?
Anzitutto la castagna è un frutto ed era già una importante risorsa al tempo dei greci e dei romani.
Le origini della pianta risalgono addirittura al periodo Terziario (10 milioni di anni fa), durante il quale era già diffusa in Asia, Europa e continente americano. Sull’utilizzo del frutto, in realtà, le prime notizie risalgono all’Antica Grecia, con gli scritti di Ippocrate e di Teofrasto, che parlano di “noci piatte” e “ghianda di Giove”.
Si narra che Michelangelo dipingesse la Cappella Sistina con le tasche piene di castagne del suo paese, infatti Caprese Michelangelo (AR) vanta la coltivazione del Marrone di Caprese (DOP).
IL VALORE NUTRIZIONALE DELLA CASTAGNA
Il valore nutrizionale della castagna è paragonabile a quello del pane integrale. inoltre le castagne associano anche sali minerali quali il potassio e il fosforo e contengono vitamine.
Ricche in fibre e minerali utili, in caso di anemia o stanchezza psicofisica, grazie al loro elevato apporto calorico (circa 287 calorie in 100 grammi), e ancora in gravidanza, in virtù del loro apporto di acido folico che previene malformazioni fetali.
La ricchezza in carboidrati complessi le rende simili per valore nutritivo ai cereali: sono una valida alternativa in caso di intolleranza e coprono completamente la parte glucidica del pasto.
Le castagne riducono il colesterolo, riequilibrano la flora batterica. Tra le vitamine contenute nelle castagne troviamo: vitamina A, B1 (tiamina), B2 (riboflavina), B3 (niacina), B5, B6, B9 (acido folico) B12, C e D. Tra gli aminoacidi presenti nelle castagne citiamo l’acido aspartico, l’acido glutammico, arginina, serina e treonina.
Le castagne contengono potassio (antisettico, rinforza muscoli e ghiandole), fosforo (calcificante, collabora alla formazione della cellula nervosa), zolfo (antisettico, disinfettante, contribuisce all’ossificazione), sodio (utile alla digestione e all’assimilazione), magnesio (coadiuva alla formazione dello scheletro e agisce come rigeneratore dei nervi), calcio (ossa, sangue, nervi), cloro (ossa, denti e tendini).
CASTAGNE E MARRONI: CHE DIFFERENZA C’È?
Non sono la stessa cosa: esiste perfino un Regio Decreto del 1939 che ne sancisce le diversità e, per la prima volta, si definisce che la castagna è il frutto della pianta spontanea, il marrone quello della pianta coltivata, eventualmente migliorata con innesti.
La castagna è il frutto della pianta selvatica detta anche “albero del pane”: Il castagno europeo (Castanea sativa), in Italia più comunemente chiamato castagno, è un albero appartenente alla Famiglia delle Facgaceae.
Quando si decise di passare alla coltivazione scientifica, nacquero i cultivar di diverse qualità.
Se in un riccio di castagna si possono trovare fino a SETTE frutti, all’interno di un riccio di marroni se ne trovano un massimo di TRE.
Un’altra grande differenza riguarda la pellicola che separa il frutto dalla buccia.
Quante volte è capitato, pelando una castagna, cotta o arrostita, di impazzire perché il rivestimento marroncino si infilava nelle mille cavità all’interno della polpa? Ecco, tutto questo non succede con i marroni perché non sono settati, la superficie è più liscia e omogenea e quindi la pellicola che la avvolge è molto più facile da rimuovere.
Le castagne sono più piccole e schiacciate, meno saporite dei marroni.
IL PARASSITA DEL CASTAGNO
Nella valle su cui guarda il castello di Carpineti, dove 923 anni fa Matilde di Canossa, su consiglio dell’eremita Giovanni da Marola, decise di continuare la guerra contro l’imperatore tedesco Enrico IV, vincendo contro ogni pronostico, si è iniziato a combattere un’altra battaglia fra i castagneti piantati dalla contessa di ferro: quella in difesa degli alberi di quel bosco, attaccati da un parassita per loro particolarmente dannoso: la vespa cinese o cinipide del castagno o cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, 1951) è un insetto dell’ordine degli imenotteri fitofago, viene considerato l’insetto più nocivo a livello mondiale a causa del veloce deperimento delle piante che attacca.
La guerra è biologica e l’arma è il torymus sinensis, a sua volta un parassita, ma della vespa.
La guerra biologica è partita da Castione (TN) ed è arrivata fino in fondo allo stivale.
LA CASTAGNA IN LIGURIA.
In Liguria abbiamo tre diverse qualità di castagna:
- La Castagna Brodasca
- La castagna Gabbiana
- La castagna secca
LA CASTAGNA BRODASCA
PAT – Prodotto agroalimentare tradizionale ligure riconosciuto dal ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, su proposta della Regione Liguria.
Zona di produzione: Levanto e Val di Vara
Il legame del castagno con le popolazioni dell’entroterra è stato negli anni passati molto forte, tanto da identificarlo come “l’arbu”, l’albero per eccellenza.
Ideali per la trasformazione in farina, le castagne sono essiccate nei caratteristici seccherecci, vere e proprie case-forno nelle quali le castagne sono poste su grate in legno e seccate lentamente con fuoco basso per circa 40 giorni.
Una volta raggiunta la giusta umidità, vengono pulite e macinate per ottenere la fragrante farina, ottima per la preparazione di frittelle.
LA CASTAGNA GABBIANA
Zona di produzione: Val Bormida e entroterra savonese ed imperiese.
Nel passato venivano esportate in Francia e Spagna.
Attualmente presentano un mercato regionale e interregionale, commercializzandole come castagne secche e come farina di castagne
L’albero si presenta di medio vigore e di buona produttività. Il frutto, di forma ellittica, è di pezzatura medio-piccola. La buccia, pericarpo, è di colore marrone intenso, molto sottile, mentre la polpa, di colore bianco grigiastro molto pronunciato, è morbida, butirrosa e fine.
LA CASTAGNA SECCA
Zona di produzione: tutta la Liguria, in particolare Calizzano e Murialdo.
Effettuata la raccolta, a mano o meccanizzata, le castagne sono poste in essiccatoi tradizionali, costruzioni in pietra (tecci) con un solaio in travi di legno e listelli. Sul pavimento viene acceso un fuoco con legna solitamente di castagno: la fiamma deve rimanere bassa e allo scopo si utilizza la pula, ovvero la buccia delle castagne secche dell’anno precedente.
Il tempo impiegato per la completa essiccazione è di circa 20/30 giorni: quindi le castagne vengono girate facendo in modo che quelle ancora non completamente essiccate siano posizionate nello strato inferiore e quest’operazione, l’essiccazione prosegue per altri 8/9 giorni.
PIATTI DELLA TRADIZIONE LIGURE.
I CANESTRELLI DI CASTAGNA
Zona di produzione: Montoggio, valle Scrivia.
Nasce come dolce povero, economico, per risparmiare farina di frumento. Si utilizzava il miele come dolcificante e una particolare fragranza era data dal burro usato con parsimonia, ma di eccellente qualità, prodotto dalle vacche allevate in valle e tenute al pascolo.
MINESTRONE DI CASTAGNE E FAGIOLI
400 g di castagne secche, 200 g di pasta fresca avvantaggiata, 200 g di borlotti, 1 cipolla, un mazzo di bietole, 4 carote, prezzemolo, olio, sale.
TROFIETTE DI FARINA DI CASTAGNE CON PESTO E FAVE
250 grammi di farina bianca, 150 grammi di farina di castagne, 150 grammi di fave secche (da ammollare per 60’+12 h), 8 cucchiai di pesto, un cucchiaio di parmigiano grattugiato, due cucchiai di pecorino sardo, sale.
ARROSTO CON LE CASTAGNE BRODASCHE
1200 g carne di vitello per arrosto, prezzemolo, una cipolla, uno spicchio d’aglio, rosmarino, un bicchiere vino bianco secco, 25 castagne brodasche secche, olio, burro, sale, pepe.
BUDINO DI CASTAGNE
400 g di castagne, 100 g di zucchero, 3 uova, 60 ml di latte, 70 g di burro, 1 limone non trattato, pan grattato q.b
CASTAGNACCIO LIGURE
300 grammi di farina di castagne, 50 grammi di pinoli, 100 grammi di uvetta, semi di finocchio, olio e sale.
IL MARRON GLACÉ
Una lavorazione artigianale del marrone a cavallo tra Liguria e Piemonte.
Le origini pare che siano del ‘500 nel Cuneese, ad opera del cuoco del Duca di Savoia, Carlo Emanuele I° (1562-1630).
La ricetta compare nel trattato Confetturiere Piemontese, stampato a Torino nel 1790.
Altri dicono sia nato, sempre nel ‘500, a Lione.
La preparazione del marron glacé dura svariati giorni. I frutti, già selezionati in base al diametro, vengono inizialmente immersi in acqua per nove giorni (novena) al fine di completare la maturazione e di facilitare la successiva pelatura. Questa avviene praticando una piccola incisione sulla buccia e sottoponendo il frutto a un getto di vapore.
Il marrone viene quindi cotto in acqua, e l’acqua di cottura (insieme a saccarosio e vaniglia) farà da base per la successiva canditura con sciroppo di zucchero scaldato progressivamente fino a raggiungere i 70 °C
La canditura deve durare una settimana circa. Quando il marrone è candito (ovvero saturo di zucchero), esso viene posto a scolare per almeno 24 ore su griglie.
La fase finale, la glassatura, prevede di stendere la glassa (preparata con zucchero a velo e acqua e lasciata riposare per 24 ore) sul marrone candito, di trasferire il dolce in forno per breve tempo al fine di far cristallizzare la glassa e darle il tipico aspetto traslucido.
IL CASTAGNO DEI CENTO CAVALLI
Il castagno più vecchio si trova a Linugaglossa, sulle pendici del monte Etna, in Sicilia, ad appena 8 Km dal cratere del vulcano. La sua circonferenza nel 1780 era 57,9 metri. Pare che abbia circa 4000 anni.
CURIOSITÀ
Se la castagna (vegetta) vi fa gonfiare la pancia, cuocetela con il finocchio selvatico, che ha poteri carminativi.
Perché un castagno cominci a fruttificare ci vogliono almeno 15 anni, ma prima che le sue castagne siano davvero buone possono passarne anche più di 50.
Per conservare le castagne, bisogna tenerle a mollo in acqua per 9 giorni, eliminare quelle che vengono a galla nei primi due, poi cambiando l’acqua per metà ogni giorno e totalmente dal quinto all’ottavo. In questo modo le castagne fermenteranno e potranno conservarsi più a lungo in appositi barattoli, dopo essere state scolate e asciugate.
Le bucce possono essere impiegate in un decotto per ridare lucentezza ai capelli, semplicemente risciacquandoli con l’acqua di cottura.
Inoltre, a un livello più laboratoriale, gusci e ricci sono stati impiegati per produrre una crema cosmetica per la pelle.
PROVERBI
- La donna è come la castagna: bella de fora e drento la magagna (Roma).
- Per San Martino castagne e buon vino
- Quando il vin non è più mosto, il marrone è buono arrosto.
- Quando piove di giugno la castagna si secca senza fummo
- Se piove al solleone castagne tutte guscione
- Nel tempo delle castagne il porco ride e la pecora piange
MODI DI DIRE
- Nel mondo del calcio tirare una castagna significa avere un tiro molto potente.
- Togliere le castagne dal fuoco.
- Prendere in castagna.
- Chiudersi a riccio.
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